lunedì 2 aprile 2012

ABUSI EDILIZI ED URBANISTICA: E’ SCONTRO IN COMUNE


“E’ deprecabile il ritardo col quale le amministrazioni perseguono gli abusi. La tolleranza dell’abusivismo, accompagnata dalla pratica purtroppo frequente, finisce per consegnare la pianificazione del territorio allo spontaneismo più sfrenato mosso da interessi particolari, costringendo poi gli stessi amministratori a realizzare opere di urbanizzazione anche in aree che si era ritenuto di preservare da qualunque intervento edilizio, sia per la struttura geologica dei siti sia per tutelarne la qualità paesistica”. Questa la cruda e dura relazione del presidente del Tar Francesco Corsaro che, alcune settimane fa, era stata citata ad esempio dai rappresentanti del Pd cittadino che lamentavano una esautorazione della Commissione Urbanistica da parte della maggioranza, sfruttante la legge regionale del Piano Casa che permette la delega per l’approvazione delle varianti urbanistiche alla giunta municipale.  Illazioni per la maggioranza, il cui operato è stato difeso dall’assessore al governo del territorio, Orazio Campo: “i fatti raccontano tutta un’altra storia. Non è stata adottata alcuna variante puntuale al piano regolatore. La commissione urbanistica è stata coinvolta soprattutto su piani e programmi inquadrati in tematiche che coinvolgono tutto il territorio comunale, come ad esempio il piano quadro per l’edilizia residenziale pubblica ed il piano programma con modifica delle norme tecniche di piano regolatore per quanto riguarda l’impiantistica sportiva ed a breve sarà coinvolta sull’attuazione di quanto disposto dalla L.r. 39/99 in materia di zonizzazione delle aree agricole”. Il polverone quindi sembrerebbe nient’altro che un nuovo esempio dell’ormai canonico battibecco politico al quale ormai i cittadini non fanno più caso, anche se appaiono diversi i nodi da sciogliere. Pur non volendo dare il giusto peso istituzionale alle parole di un organo indipendente come quello del Tar, infatti, basta fotografare Latina (cosa che fece in modo egregio il fotografo pontino Tonino Mirabella in un lavoro di qualche anno fa) per rendersi conto del caos che regna in ambito urbanistico in una città che sembra un assurdo collage di luoghi lontani e diversi tra loro. In diverse zone cittadine, poi, è possibile “ammirare” grattacieli al fianco di villette  a schiera o a piccole palazzine, mentre in diversi punti della città sorgono dei veri e propri eco-mostri la cui sorte non è stata ancora decisa (Palazzo Key e le varie costruzioni sul lungomare sorte praticamente sull’arenile, solo per citarne alcune). Stupefacente poi, è il numero di palazzi-fotocopia di nuova costruzione che occupano ormai ogni spazio inutilizzato della città (nuove abitazioni stanno per essere costruite in Via dell’Agora, nel prato dove di solito veniva ospitato il Circo, vicino la stazione di Latina Scalo, nel prato dove di solito venivano predisposte le giostre per la festa patronale, mentre è ormai ufficiale l’interessamento di un noto costruttore pontino per un lotto di via Palermo, zona residenziale, dove in caso di accordo tra “venditori”, al posto di alcune ville potrebbe sorgere una  nuova palazzina che certo non sarebbe ben integrata con l’ambiente circostante). Chiari ed evidenti poi sono i conflitti di interesse presenti nell’attuale assetto della politica pontina, dove a garanzia dello sviluppo armonioso della città sono  posti diversi rappresentanti della categoria dei costruttori (non da condannare a priori ma che è certo debbano fare il doppio della fatica per dividere l’incarico pubblico dagli obiettivi imposti dalla propria professione). A tutto questo poi si aggiunge la delibera della giunta comunale sul piano di lottizzazione del Borgo Acciarella, l’ultima tappa, in ordine di tempo, dell’espansione caotica della città di Latina. “Nelle intenzione di Di Giorgi- denuncia il Pd- sarà possibile una vera e propria colata di cemento per una volumetria complessiva di 33mila metri cubi dei quali oltre 22mila destinati all’edilizia residenziale per costruire seconde e terze case”. Un atto dovuto -ribatte Orazio Campo- andava rispettato il diritto edificatorio e la nostra azione ha ricevuto tutti i nulla osta, compreso quello della sovraintendenza ai bei culturali”. Nel progetto, in realtà, è prevista espressamente la salvaguardia dell’antico borgo rurale e dei vecchi caseggiati, anche se desta perplessità la fonte del “diritto  edificatorio” (nient’altro che l’ennesima variante al piano regolatore) e la necessità di un’ennesima espansione di una città con innumerevoli siti da rivalorizzare al proprio interno e con tanti appartamenti da riempire.  



Andrea Lucidi
Fonte: Il Caffè  

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