martedì 3 aprile 2012

Imbocco Via Epitaffio: tutto da rifare


Che il Pino marittimo sia un albero con radici superficiali dovrebbe essere cosa nota, come noto dovrebbe essere il fatto che la cementificazione della zona adiacente il Pino o qualsiasi altro albero dal grosso fusto non rappresenti un’idea geniale. Via Epitaffio, tuttavia, è stata strutturata  proprio così: una lunga via  di comunicazione  immersa tra due filiere di Pini Marittimi. Le problematiche, in realtà, appaiono attenuate in quel tratto di via esterno al centro abitato, dove i continui rifacimenti del manto stradale hanno innalzato il “livello della strada” lasciando più spazio alle radici e dove, nel contempo, le radici degli alberi hanno trovato terreno fertile all’esterno della carreggiata,  zona poco cementificata. I danni maggiori si registrano, invece, all’inizio di Via Epitaffio (ormai praticamente zona più che abitata) dove attorno ai pini sono “nati” marciapiedi e palazzi. In questo tratto, infatti, non solo la strada è in condizioni pessime (la parte più esterna della carreggiata si è ormai trasformata in una serie interminabile di dossi naturali e sconnessi)  ma gli stessi marciapiedi presenti sono letteralmente esplosi. In alcuni casi il marciapiede è addirittura inservibile in quanto occupato, per l’intera larghezza, dal tronco di un albero che, per crescere, ha inevitabilmente rotto la gabbia di cemento in cui era stato costretto. In altri casi sono i mattoncini ad essere  stati scardinati, il che rende impossibile il passaggio di bici o carrozzelle. Dove non ci hanno pensato gli incolpevoli Pini a rovinare la situazione, ecco intervenire l’uomo: diverse le rampe per disabili ormai trasformate in gradini a causa di frettolosi rifacimenti dei marciapiedi concretizzatesi in semplici colate di cemento, mentre sono diverse le “toppe” sulle strade destinate a trasformarsi nuovamente in crateri al passaggio di un mezzo pesante o alle prime gocce d’acqua. La soluzione a tutto ciò (per la zona interessata dai pini, ovviamente, per il resto si dovrebbe solo auspicare in un’efficace ordinaria amministrazione del Comune) in realtà è una sola: il taglio degli alberi. Diverse, ad onor del vero, sono le soluzioni auspicate dagli ambientalisti ed anche sperimentate in alcuni Comuni del nord Italia (come l’inserimento di bande di acciaio immediatamente sotto il manto stradale) ma questi si sono sempre rilevati, allo stato delle cose, meri palliativi. Su tutto però rimane il paradosso di una cementificazione senza freni e senza logica, che ha creato una città multicolore, multi forme e intasata di cemento e fondamenta (molte di più rispetto a quanto sia necessario, e per rendersi conto di ciò basta guardare le tante palazzine di nuova costruzione completamente vuote o quasi); una spregiudicatezza che ha fatto costruire marciapiedi e strade attorno ad alberi decennali in zone nate per essere tutt’altro che un agglomerato di costruzioni.

Andrea Lucidi
Fonte: Il Caffè

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