lunedì 27 febbraio 2012

LA REGIONE AFFOSSA LA CULTURA: IN PROVINCIA IL 60% DEI FONDI IN MENO


E’ un duro colpo all’intero comparto della cultura nella provincia di Latina quello assestato dalla Regione Lazio con l’approvazione del piano annuale per l’esercizio finanziario 2012 dei fondi previsti dalla legge regionale 42/97 ( riguardante biblioteche musei ed archivi storici) . “Per necessità di bilancio si è dovuto procedere a una rimodulazione degli importi precedentemente assegnati e ripartiti” questo quanto scritto nella lettera firmata dall’assessore regionale Fabiana Santini ed inviata alla Provincia di Latina nel dicembre scorso come giustificazione dei tagli adottati. Più che di rimodulazione, tuttavia, sarebbe meglio parlare di un vero e proprio taglio indiscriminato della gran parte delle risorse destinate al comparo cultura: a fronte infatti dei 313.651,53 euro richiesti, la Regione ha deciso di trasferirne solo 148.495,10 con un taglio di ben 165.156,43 €. Una vera e propria “batosta” come l’ha definita lo stesso assessore provinciale alla cultura, Fabio Bianchi, che ha da subito richiesto in incontro con la Regione a cui non è però seguita risposta. Un’ulteriore sollecitazione è avvenuta il 9 febbraio scorso, dopo la riunione della Commissione Cultura di Via Costa. “è stata inviata una nuova richiesta di incontro con l’assessore Fabiana Santini alla luce dei tagli orizzontali operati- ha spiegato Bianchi- Il nostro obiettivo chiaramente non è certo fare finta che la situazione generale non sia problematica ma desidererei arrivare ad avere dei criteri condivisi per i tagli alla  cultura”. Dalla Regione, però, ancora nessuna risposta mentre sul fronte provinciale si è aperto uno scontro del quale probabilmente si sarebbe potuto fare a meno: contro Bianchi infatti si è scatenata l’intera fazione del Pd che, per bocca del portavoce della segreteria provinciale, Paolo Pompili, ha rivendicato una sorta di prelazione sulla lamentela nei confronti dei tagli: “A noi del Partito Democratico desta stupore che l’assessore Bianchi si sia accorto solo ora che per il centro destra la cultura è un lusso praticabile solo in tempi di abbondanza. Noi quello che dice Bianchi lo diciamo e pensiamo da tempo”. Che non sia la prima volta che la Regione effettui dei tagli nel comparto cultura è vero, come è vero che il centrodestra non mosse a compassione quando la Regione Lazio tagliò 35 milioni di euro di finanziamenti della Comunità Europea per la cultura degli attrattori di Fossanova, Tivoli, Vulci ecc. promossi dal centro sinistra. Certo è che ancora una volta al benessere del territorio si preferisce l’interesse elettorale e lo scontro politico, ripetendo gli errori fatti dagli avversari in passato. Visto che l’obiettivo, formalmente, è lo stesso, non sarebbe meglio lottare a braccetto per evitare un taglio del 60% dei fondi dedicati alla cultura nel territorio di una Provincia che già da anni si regge quasi esclusivamente sulle spalle dell’associazionismo?

Andrea Lucidi
Fonte Il Caffè


1 commento:

  1. Meglio così, paradossalmente. I tagli, quelli locali e quelli nazionali. La cultura in Italia è statica, legata a vecchi schemi snob e conservatori, riluttanti, più che incapaci, a dinamicizzarsi e rinnovarsi. Se si ha sempre la sensazione che la cultura, e tutte le sue sfaccettature e diramazioni,
    sia una cosa per pochi e vecchi, e questo è dovuto proprio al modello comportamentale degli operatori del settore,al loro immobilismo e alla loro comunicazione, più delle volte basata su presuspposti elitari e salottisti. Quando poi si ha la fame allora di solito c'è più probabilitù di sperimentare nuove vie, nuove idee e approcci, magari anche ingrezzendosi un pò per aprire punto uno alle masse e non solo ad una cerchia di persone ristretta e punto due alle fasce più giovani, che mi rifiuto di credere che non possano essere attratti dalla cultura, nel senso più esteso del termine, se essa assume nuove forme di comunicazione. Un esempio locale lo abbiamo visto con DADP, lo spettacolo made in latina fà cultura eccome, non denigra gli attori o limita la loro potenzialità artistica perchè non rispetta le forma canoniche di teatro, però è l'aproccio e la mentalità che è diversa, e di fatti nelle due serate al Cafaro c'erano un bel numero di gtiovani che di sicuro il sabato dopo non te li trovi al teatro a vede shakespeare, ma non perchè sia shakespeare, ma perchè c'è quell'aria da ambiente elitario che o annoia o spaventa il più giovane. Pagheranno lo scotto chi il dinamiscmo ce l'ha già, però forse ne vale la pena in ottica futura. Anche perchè ai soldi rimasti bisogna obbligatoriamente togliere la fetta che va alle truffe, dove ass culturali rappresentano interessi di partito o personaggio politico, e si pappano bei finanziamenti su progetti fasulli, inutili e buoni solo per rafforzare un elettorato o cercare di ampliarlo.
    Poi il dibattito politico fra Bianchi e il PD è roba da teatrino squallido, son d'accordo, e per di più spudorato, senza problemi non si vergognano a buttare li dichirazioni dove il tema centrale sia "chi può rivendicare di essere tutore della cultura e quindi entrare nelle grazie di qualche fetta di elettore" piuttosto che il fatto stesso, cioè che per i prossimi anni la cultura a Latina si deve accontentare delle briciole.

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