mercoledì 1 febbraio 2012

NON SI CAMBIA IL MONDO CON LE UTOPIE


Ieri passeggiavo per Roma con la mia ragazza e sono passato, più o meno casualmente, davanti Montecitorio ed ho visto una tenda contornata da manifesti, raccoglitori e tricolori. Mi sono soffermato ed ho cercato di capire di cosa si trattasse. "Ne Destra ne sinistra ma democrazia diretta" questa la scritta che campeggia sulla tenda. Una scritta chiara, accompagnata da un'altra scritta dall’altrettanto limpido significato: "I cittadini uniti per un'Italia Libera". Mi sono interessato alla vicenda ed ho capito che il presidio è capeggiato da Gateano Ferreri, che lotta per “un'Italia migliore” e chiede, nello specifico, la riduzione del 50% dello stipendio dei politici, l'eliminazione dei rimborsi vitalizi e pensioni d'oro, la riduzione del numero dei parlamentari e amministratori, la riduzione del 90% delle auto blu, una nuova legge elettorale  per la democrazia diretta e nuove elezioni. Ora, due cose mi sono balzate alla mente: la prima è che quest'uomo sta rischiando la salute da mesi(è in sciopero della fame permanente) ma i media nazionali sono impegnati a capire anche quante volte sia andato al bagno Schiettino sulla Costa Crociere la sera del naufragio della Concordia (quando basterebbe attendere un paio di settimane di indagini e poi si potrebbero fare trasmissioni basate su qualcosa di concreto). Ma la seconda cosa che ho pensato si racchiude in una parola, UTOPIA! Che la situazione nazionale sia pessima è sotto gli occhi di tutti:  una classe politica incapace di governare il Paese ed ormai trasformatesi in un vero parassita clientelare è stata infatti sostituita (per mano di un Presidente della Repubblica che sicuramente avrà fatto felice l’ultraconservatore Scalfaro deceduto pochi giorni fa) da un gruppo elitario di classe dirigente fortemente legata ai cosiddetti poteri forti. Nulla di male teoricamente, se non per il fatto che il conflitto di interessi appaia evidente e che l’Italia si stia necessariamente equiparando ai dettati europei e capitalistici (non certo decisi dal cittadino europeo medio) che rispondono ad un unico obiettivo: la crescita. Crescita continua, senza sosta (quindi isnensata) e non certo attenta  alle conseguenze: diminuzione delle garanzie nel mondo del lavoro, diminuzione della qualità dei cibi offerti, dell’aria respirata e quindi della vita (per capire perché basta vedere il documentario “Food inc”), consumismo sfrenato (in pratica ci impongono di lavorare alla morte per consumare fino alla morte). A tutto questo si aggiunge una congiuntura economica non favorevole, conflitti sociali sempre più evidenti (la classe media non esiste più: o si è tanto ricchi o si fa la fame) ecc….Insomma la necessità di cambiare rotta(senza andarsi a schiantare sugli scogli, per far contenti i media e la Costa)  è sempre più impellente. Quello che però non bisogna fare è cedere al populismo: un politico non sarà migliore con 1.500 euro di stipendio, anzi, sarà più corruttibile.  Le auto blu servono, sono indispensabili(bisognerebbe soltanto regolarne l’utilizzo). Quel che poi  è realmente irrealizzabile (e qui ragionandoci sopra mi son trovato io stesso a cambiare idea) è la predisposizione di un sistema di democrazia diretta. Non siamo la Svizzera siamo un Paese con milioni di abitanti, molti dei quali completamente disinteressati alla cosa pubblica. La regola da seguire per cambiare le cose in realtà è semplice e ce la insegnava già Ghandi: sii il cambiamento che vuoi avvenga nel mondo. Quando si va a votare bisognerebbe cominciare a pensare al bisogno di tutti non ad un piccolo-grande favore personale che ci può essere fatto(perché dovremmo capire che il piacere che ci viene fatto corrisponde ad una briciola rispetto a tutti quelli che si farà chi mandiamo al potere, che ci negherà, di conseguenza, tante cose che dovremmo invece pretendere). Bisognerebbe cominciare  a pensare con la nostra testa quando spendiamo i soldi che abbiamo guadagnato (non con quella dei pubblicitari). Dovremmo iniziare a non accontentarci (di lavorare gratis per esempio o di essere sfruttati perché è così che funziona) ma pretendere che i nostri diritti vengano rispettati. Bisognerebbe cominciare a collaborare invece di essere pronti solo e soltanto  a prevaricare sull’altro. Molti di questi obiettivi possono sembrare utopistici nella società moderna ma sono facili da realizzare, perché dipendono esclusivamente da noi.
Andrea LUcidi

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